La vita è fatta di tanti colori

La vita è fatta di tanti colori.
E quando hai un blog, uno spazio personale, con il tuo nome e cognome sopra, sei un po’ costretto a fare i conti con te stesso.

Già, perché un diario ti fa conoscere un po’ di più come sei, guardi la carta, rileggi quello che è uscito, ma tanto sono solo cose per te, alcuni lo considerano qualcosa di infantile, altri una specie di catarsi dell’animo, ma rimane comunque sempre per te, sai che morirà con te, e non c’è nessuna responsabilità, puoi anche scrivere cose inesistenti, o fantasiose, su un blog no.

Io credo nei blog che abbiano un nome e cognome, e forse anche una faccia.
Scrivere in modo anonimo e avere la pretesa di pubblicarlo e magari anche che venga ascoltato mi sa come quelli che a teatro fanno commenti a voce alta spalleggiati dal buio.

Quando scrivi su qualcosa di pubblico, non un semplice diario, non puoi troppo rimandare, non puoi scrivere quello che tanto non leggerà mai nessuno, perché hai la responsabilità dello specchio che stai pubblicando, lo specchio che riflette la tua luce, quello che sei e che vorresti dire.

E lo fai perché vuoi condividere, e forse un po’, crescere insieme agli altri.

Leggo moltissimi blog.
Quando ho deciso di aprire un mio spazio, all’inizio ho pensato che potessi parlare del mio lavoro, delle cose più o meno tecniche o professionali, ho pensato che potessi anche io aggiungere un tassello ai tantissimi che parlano di internet, di social network, di tecnologie.

Non credo che possa in qualche modo aggiungere o fare “autorevolezza”, ai tanti che dedicano centinaia di ore appassionate, spesso notturne a scoprire come fare meglio, quello che sembrava il massimo il giorno prima, a tutti.

Non sono un tecnologo, mi occupo anche di tecnologia, ma non solo.
Quello che vorrei fare invece, è parlare di cosa si può fare con questi strumenti.

Trovare nuove idee, nuovi progetti, conoscere le persone che sono dietro a questi progetti e magari avere il privilegio di collaborare in qualcosa di nuovo e utile, cercare di “fare del bello” o semplicemente, parlare a tutti del bello fatto da tutti “gli altri” che vivono una vita appassionata.

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