Devo riorganizzare l’azienda…compro un software ?

Mi capita spesso di incontrare nuove aziende o organizzazioni che fanno le stesse domande e le stesse obiezioni sugli strumenti software Web 2.0.
Cercano una soluzione tecnologica “online” che metta a posto tutti i problemi che stanno affrontando, una specie di “magia webdigitale” che faccia “innovazione”, concetto che risolve tutto per definizione.

Quello che rispondo è sempre la stessa cosa, non devono acquistare nulla che non serva davvero e che non sia prima stato bilanciato da un’attenta analisi di quali problemi dovrebbe andare a risolvere.
In genere aiuto volentieri il management aziendale in questo tipo di riflessioni anche senza impegno, ne faccio tesoro ogni volta, e cerco di fornire una “visione di utilizzo” delle tecnologie e dei metodi che potrebbero essere un primo passo per portare l’intera organizzazione ad una logica di lavoro veramente “2.0”.

La favola dell’era 2.0
Enterprise 2.0, Web 2.0, CRM, e-learning, CMS, molte sigle…scarsi risultati ! Perchè ?

La cosa più importante da prendere in considerazione, non è cercare nuove tecnologie da adottare o nuovi prodotti da imparare, ma una strategia di impresa che sfrutti al meglio alcuni paradigmi delle nuove tecnologie web 2.0 per portare un cambiamento reale alle procedure aziendali e quindi ai risultati che si vogliono ottenere.

Obiettivi precisi + Rinnovata organizzazione + Strumenti tecnologici adeguati => RISULTATO

Molto spesso, mi chiedono soluzioni che permettano di risparmiare sui costi, di organizzare meglio, oppure un “gestionale” che automatizzi  l’organizzazione di un processo aziendale o un’area dell’intera azienda.
Un sito che trovi clienti o un software che ne gestisca la soddisfazione e l’affezionamento al marchio o una soluzione internet che miri ad una riorganizzazione basata su tecnologie di telelavoro che tagli i costi.

Equivarrebbe a trovare un taxi più moderno per attraversare agilmente la città senza però avere un autista che conosca bene come e dove utilizzarla !

La tecnologia web, così come tutti i nuovi strumenti che comunicano attraverso la rete, rappresenta solo il 40% della strategia del cambiamento, solo una parte del lavoro che bisogna attuare.
Il rimanente 60% è formazione, cambio di mentalità, cambio di approccio ad alcune procedure interne, ed è la parte più complessa e radicata nell’andamento aziendale.

Perché le aziende amano le soluzioni tecnologiche
In genere, ogni strumento tecnologico, viene quasi sempre considerato per due soli aspetti:
Il primo, dare uno “spunto organizzativo”.
Il gruppo di lavoro si “affida” allo strumento e alla logica del suo uso per gestire una certa problematica che prima veniva espletata in modo manuale e casuale.
Utilizza certe procedure, alcune schermate, per eseguire in modo più ordinato e schematico un lavoro, con la sicurezza che qualcuno ha pensato a tutte le possibili evenienze per fare in modo che un programma, o un sito, possa evitare possibili errori o dimenticanze.
Il secondo è fornire la “costrinzione operativa”.
Fare in modo che tutte le persone che lavorino in un gruppo, possano seguire sempre certe regole, ed espletare il processo così come è stato pensato dalla dirigenza.
Alcuni esempi possono essere: dare seguito ad una richiesta di assistenza di un cliente oppure chiudere una certa operazione lavorativa ed eseguire correttamente tutti i passi necessari affinchè il software fornisca un esito finale positivo.

Cosa non va allora ?

Quello che però manca in tutto questo, è un gruppo di lavoro che non usi meccanicamente un prodotto, facendo si che quest’ultimo diventi uno scudo risolvi problemi o “migliora azienda” ma che diventi invece un’arma per gestire le problematiche aziendali in modo più efficiente ed efficace.

Molto spesso i gruppi di lavoro utilizzano un software o un sito intranet senza sapere perché è stato adottato.
Che tipo di strategia si sta cercando di applicare, con quali scopi e che modalità operative.
Si generano critiche sulle funzionalità, ma non sulle differenze di gestione o di approccio alle problematiche.
Questo significa che ci sono differenze di vedute e approccio fra il management e chi effettivamente poi utilizza il nuovo strumento.
Spesso, la visione di chi operativamente fa il lavoro, non va oltre la schermata del software o la pagina web.
Adottare una nuova soluzione software, senza capire e soprattutto partecipare alla strategia per cui si è fatta un certa scelta, è un errore non solo di gestione ma anche di progettazione e non porterà i risultati sperati.

Utilizzare tecnologie di collaboration o di gestione delle informazioni online può essere, oltre che dispendioso, anche controproducente se non inserito all’interno di un cambio di approccio alle modalità lavorative e alla gestione delle comunicazioni aziendali sia con i clienti che interne alla struttura stessa.

Cosa bisogna fare per ottenere un risultato concreto ?

Al fianco di una nuova soluzione software o strumento di marketing online, serve sempre una formazione interna che non sia esclusivamente volta ad imparare l’uso dello strumento, ma a capire il perché l’azienda lo sta adottando e qual è l’obiettivo finale dell’intera organizzazione.

Il successo di un’operazione è basato su due cardini, la partecipazione dell’intero gruppo di lavoro (quello che gli addetti ai lavori chiamano Engagement) e il cambiamento interno del gruppo di lavoro.

E’ la parte più importante del lavoro, perché si deve andare ad agire sulla motivazione del gruppo di lavoro, la partecipazione agli obiettivi aziendali, e la resistenza al cambiamento di persone che sono abituate a lavorare secondo certi schemi, meccanismi, tempistiche.

In poche parole un nuovo approccio mentale e operativo al lavoro.

Una gestione del lavoro con tecnologie e metodologie web 2.0 implica dunque un cambiamento nei paradigmi di lavoro e nell’approccio del personale aziendale alla risoluzione dei problemi non solo negli strumenti che si adottano in azienda.

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